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Angri. Maltempo e allagamenti: e la papera non galleggia…

Tempesta violenta a Angri: allagamenti, vento, semaforo irreperibile, tombini esplosi in via Dei Goti e la manutenzione latita

Strade come torrenti

L’improvviso e impetuoso temporale pomeridiano di ieri ha trasformato le strade di Angri in veri torrenti urbani, rallentando il traffico e mettendo a dura prova automobilisti e passanti. Le raffiche di vento hanno peggiorato una situazione già complicata: rami spezzati, oggetti pericolanti, e addirittura un’anta di plastica di due metri, trascinata da un piano alto, precipitata sul terrazzo di un residente come riporta la testata locale “langrese“. Il fato non ha saputo contare, quindi non ci sono stati feriti.

Tombini che esplodono, semaforo spento

Dopo le immagini di allagamenti nel sottopasso tra corso Vittorio Emanuele e via Nazionale— dove il semaforo di segnalazione del pericolo pare sia spento “da dicembre 2024”, come testimoniato da un cittadino — la situazione ha raggiunto un punto di non ritorno. In via Dei Goti, alcuni tombini sono letteralmente “stappati” sotto la violenta pressione dell’acqua, come documentato da decine di video sui social, evocando un set cinematografico distopico sul fragile territorio cittadino. Sullo sfondo solo incuria, pressapochismo, assenza di manutenzione e prevenzione.

Rabbia più che pioggia

Sui social si moltiplicano post e video di ordinaria cronaca vista con gli occhi dei cittadini: giardini devastati, caditoie tappate, tombini saltati e strade impraticabili. Ma è il flusso di critiche e ironie che segna davvero il passo di un paese sott’acqua e che non riesce a tornare a galla: “Ad Angri basta una nuvola per allagare il mondo”, si legge in un post molto caustico. La gente comincia a pensare che l’unico piano efficace sia quello dell’acqua.

Zero feriti, mille responsabilità

Quindi solo per mero fato non si registrano feriti. Ma, ancora una volta, i danni materiali e il caos restano la clamorosa cifra di un territorio gestito come se la pioggia fosse un evento naturale irreversibile invece di una variabile governabile. Il vero problema forse non è la pioggia: ma è l’abitudine ad accettare la furia atmosferica come se fosse scritta nel destino, mentre la vera emergenza resta purtroppo la manutenzione mai programmata e disattesa. E nessuno muove un dito ne accende il neurone.

Parchi sorvegliati l’esempio di S.Antonio Abate, ma Angri resta “terra franca”

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Luciano Verdoliva
Luciano Verdoliva
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