La sfida dei nidi al Sud
“Non tutti i sindaci hanno colto l’opportunità degli asili nido con i fondi PNRR, soprattutto al Sud”, osserva Paolo De Maio, sindaco di Nocera Inferiore, in un intervento pubblico che suona come riflessione e insieme come appello politico. Il motivo della rinuncia? “Preoccupazioni legate ai futuri costi di gestione, alla manutenzione e alla sostenibilità del personale”. Una diagnosi che mette a nudo il paradosso: investimenti garantiti, ma gestione incerta.
Nocera investe su Piedimonte e Fiano
A differenza di altri territori, Nocera Inferiore ha deciso di puntare sull’ampliamento dell’offerta. “Oltre all’asilo nido pubblico già attivo nel quartiere di Grotti, stiamo realizzando due nuove strutture a Piedimonte e Fiano”, ha dichiarato De Maio. L’obiettivo è quello di “estendere e distribuire in modo più equo l’offerta formativa su tutto il territorio”, colmando i divari e garantendo accessibilità alle famiglie.
Una scelta politica di visione
Il primo cittadino rivendica il segno politico dell’iniziativa: “Un’amministrazione di centrosinistra crede che sia una priorità assoluta utilizzare le risorse disponibili per creare nuovi servizi pubblici, sostenere le famiglie e offrire un concreto aiuto a tutti quei genitori che lavorano e faticano a conciliare la vita lavorativa con quella familiare”. La scelta degli asili, quindi, non è soltanto un progetto edilizio, ma un investimento sociale e culturale.
La questione dei costi di gestione
Il punto dolente resta però la sostenibilità: “Serve un intervento serio e strutturale del governo per sostenere i Comuni, per garantire servizi efficienti e per reperire personale qualificato”, ammonisce De Maio. Senza un quadro nazionale, i rischi sono evidenti: strutture nuove, ma senza risorse per farle funzionare. Il parallelo con le Regioni è diretto: “Così come è necessario per la realizzazione di ospedali e case di comunità a cura delle Asl”.
Un appello oltre Nocera
L’appello di Nocera vuole farsi battaglia comune: “Lo facciamo con impegno, priorità e visione. Ma questo sforzo dovrebbe diventare una battaglia nazionale, con una classe dirigente realmente attenta alle esigenze degli enti locali”. È la sintesi di una riflessione che parte dall’Agro nocerino ma si proietta sul Paese: senza un modello stabile di sostegno, i fondi del PNRR rischiano di restare architettura senza futuro.
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