La memoria che resta
Napoli si è stretta oggi intorno al ricordo di Giancarlo Siani, giovane cronista ucciso dalla camorra la sera del 23 settembre 1985. Quarant’anni dopo, la città ha scelto di fermarsi per testimoniare che la sua voce non è stata mai messa a tacere. In quelle Rampe Siani, a pochi passi da casa sua, si è rinnovato l’appuntamento con la memoria, dove cittadini, studenti, istituzioni e familiari hanno ribadito con forza l’attualità del suo esempio.
Il gesto delle istituzioni
Il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi ha deposto una corona nel luogo dell’agguato, accompagnato da rappresentanti delle istituzioni e delle associazioni antimafia. Non si è trattato di un rito formale, ma di un segnale preciso: la città riconosce in Siani il simbolo di un giornalismo che non si piega, di un giovane che ha pagato con la vita la sua sete di verità.
I ragazzi protagonisti
La presenza di centinaia di studenti delle scuole napoletane è stato l’atto più pregnante di questo anniversario che portò viva per sempre il ragazzo della “Mehari” verde. Sono stati loro, con cartelloni, riflessioni e canti, a dare un senso di presenza alla memoria di Siani. Le nuove generazioni hanno ricordato che il suo sacrificio non è un capitolo chiuso della storia, ma una lezione viva da custodire e tramandare.
Una memoria che diventa responsabilità
Il quarantesimo anniversario va oltre il momento celebrativo, è un sincero un richiamo a trasformare il ricordo in responsabilità civile. Ogni parola di Siani, ogni inchiesta che denunciava intrecci tra politica e criminalità, è un monito che resta impresso e attuale. Napoli, nella sua commozione, ha ribadito che la memoria non si riduce a un rito, ma diventa un impegno civile quotidiano contro l’indifferenza e la rassegnazione.
Il sacrificio di Siani obbliga a una domanda che resta irrisolta: quanto siamo disposti a difendere la verità, anche quando costa cara? Nel silenzio delle Rampe che evocano il suo nome, la città ha trovato la risposta più semplice e più difficile: non dimenticare mai, perché la libertà non si eredita, si conquista ogni giorno superando ogni possibile ostacolo.
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