Un senzatetto ad Angri scatena polemiche. Cittadini e opposizione accusano l’assessore D’Aniello di “imbucarsi” in politica, trascurando i servizi sociali.
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La denuncia sui social
È stata la voce di una cittadina a riaccendere il tema delle fragilità sociali ad Angri. A.F., con un post nel gruppo di Facebook “Sei di Angri se”, ha denunciato la presenza di un uomo che da settimane vive per strada in Via Nazionale. “Qualche settimana fa è stata segnalata la presenza di una persona che vive per strada. L’assessore aveva detto di voler attivare il pronto intervento sociale. Ma a oggi, poiché il signore vive ancora per strada, vorrei capire se e in quali modalità è stato attivato il servizio. Cosa si sa di lui e cosa si pensa di fare? Sono fortemente delusa e triste. A Nocera Inferiore, dove abitavo, in 36 ore per una segnalazione analoga la persona era stata aiutata. Non voglio fare polemica, ma l’assessore dove sta?” si legge nel post.
Un assessorato in difficoltà
Le parole di Ferrara hanno riaperto una ferita che ad Angri sembra non rimarginarsi mai. I servizi sociali, ospitati nella sede di via Cristoforo Colombo, da anni vengono indicati come un settore debole, senza una chiara strategia di organizzazione e programmazione. Non è la prima volta che episodi simili finiscono al centro delle cronache locali, segnalando ritardi, vuoti di risposta e una cronica incapacità di gestione.
L’assessore tra accuse e “imbucate”
Al centro delle polemiche c’è sempre Lei: l’assessore Maria D’Aniello, accusata di non avere ancora trovato la rotta giusta. In città è diventato quasi un paradosso: la si vede spesso “imbucata” nei congressi di partito, ma raramente nei posti dove la povertà estrema chiede risposte concrete e aiuti materiali. Lei vive la partecipazione politica come un’apparizione fuori posto, mentre i bisogni restano inevasi. L’immagine dell’“imbucata” diventa così metafora di un assessorato da sempre percepito come estraneo ai suoi stessi compiti.
La voce dei cittadini
“Immaginiamo domani questa politica anche a un livello superiore, sarebbe un vero disastro, una catastrofe sociale” commenta con amarezza un cittadino davanti agli uffici dei servizi sociali. Una pensiero che fotografa esattamente il clima di sfiducia e rassegnazione. Non è polemica sterile, ma la constatazione di un vuoto amministrativo che pesa sulla pelle dei più fragili da oltre dieci anni, senza “scuorno”.
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