Le criticità della stazione AV tra parcheggi, caos e sicurezza. Il traffico alla stazione di Afragola, mostra carenze strutturali gravi che minacciano mobilità, ordine e sicurezza.
Un’infrastruttura moderna travolta da un paradosso quotidiano
Afragola, Stazione alta velocità. A pochi chilometri da Napoli, l’hub dell’Alta Velocità progettato per connettere il Mezzogiorno all’Europa è diventato un imbuto caotico che soffoca pendolari e viaggiatori. Con l’avvicinarsi delle festività, una criticità rimasta per anni latente è esplosa in tutta la sua evidenza.
Accessi ingestibili, parcheggi insufficienti e sosta selvaggia
L’accesso alla stazione è quasi interamente affidato all’auto, con parcheggi interni troppo pochi, costosi e mal gestiti. Le code alle sbarre si allungano per decine di minuti, bloccando la strada principale e intrappolando autobus e automobilisti. La sosta irregolare è diventata la regola, spesso con conseguenze pesanti: come accaduto ad Anna Rea, presidente nazionale Adoc, che ha raccontato, a Il Corriere del Mezzogiorno di aver perso due treni e di essersi ritrovata l’auto rimossa con una spesa superiore ai 350 euro.
Disservizi interni e rischio sicurezza crescente
Secondo il quotidiano, neppure entrare nei parcheggi a pagamento garantisce ordine: la sosta selvaggia invade anche gli spazi interni. In stazione persistono scale mobili ferme, ascensori guasti e sale d’attesa mai aperte. Sul piano ferroviario la fragilità è estrema: un solo binario verso Nord e uno verso Sud. Basta un ritardo per bloccare tutto, come avvenuto il 13 novembre, quando un guasto a un treno diretto al Nord ha paralizzato l’intera circolazione per ore, lasciando centinaia di passeggeri senza informazioni adeguate.
Un modello che rischia il collasso con l’apertura della Napoli–Bari
L’attivazione della Napoli–Bari aumenterà flussi e complessità, aggravando certamente una struttura già al limite. Afragola, quindi, rischia di diventare il più grande collo di bottiglia d’Italia. Il problema non è più se intervenire, ma cosa deve ancora accadere per decidere finalmente di farlo.
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