Verso le amministrative 2025, ad Angri cambiano gli equilibri politici. Angri scossa politica tra M5S e centrodestra
Risultati inattesi e il peso del Movimento 5 Stelle
Le elezioni regionali hanno rappresentato, per Angri, un test anticipato delle prossime amministrative. La sorpresa più evidente riguarda il Movimento 5 Stelle, che pur privo di un riferimento circoscrizionale al Consiglio regionale, ha visto primeggiare Giuseppe Iozzino, primo in città con 1.181 voti. Buona anche la prova di Giuseppe Del Sorbo, fermo a 922 preferenze, mentre tra le donne spicca il debutto politico di Floriana D’Antonio, che con 556 voti si conferma una figura in ascesa. 1.061 preferenze, per D’Aniello, ulteriore prova delle tensioni interne alla maggioranza Ferraioli, ormai divisa tra due fronti politici. Pericle sosteneva che “il segreto della felicità è la libertà, il segreto della libertà è il coraggio” e descrive bene l’attuale dinamismo dello sparuto elettorato angrese.
Una maggioranza divisa e il possibile asse del campo largo
I risultati mettono in luce e confermano la fragilità dell’amministrazione guidata da Cosimo Ferraioli, dove la divisione tra centrodestra e centrosinistra si è manifestata con nettezza. La città mostra timidi segnali di apertura verso un possibile campo largo, considerato da molti un’opzione sempre più concreta. Il profilo richiesto dagli elettori appare chiaro: una figura giovane, competente, empatica e capace di interpretare le esigenze di un territorio che, da troppo tempo, è stato trascurato.
La necessità di un nuovo corso nel centrodestra
Anche il centrodestra deve confrontarsi con un risultato deludente. Pur conservando Forza Italia e Fratelli d’Italia la base del consenso, la Lega appare quasi invisibile, nonostante la presenza residuale in consiglio comunale. In effetti entrambi i poli dovranno puntare su volti nuovi, credibili e preparati.
Lo scenario che si apre deve necessariamente preconfigurare un possibile ballottaggio, con forze fresche che provano a superare definitivamente lo stantio “ancien régime” e avviare un nuovo capitolo della vita politica angrese che non sia ossessivamente ripetitivo e perdente.
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