Emergenze idriche senza tregua tra Orta Longa e Avagliana. Maltempo, territorio fragile e assenza di strategie: la popolazione resta isolata
Una periferia intrappolata dall’acqua
Notti di solitudine e inquietudine continuano a segnare la vita di chi risiede nella periferia nord tra Angri e Scafati. Le ultime piogge torrenziali hanno nuovamente trasformato l’intera area in una distesa d’acqua, imprigionando famiglie e attività tra via Orta Longa, località Avagliana e la frazione Orta Loreto. Una condizione ormai cronica che ha convertito questo lembo di territorio in una zona alluvionale di fatto, dove nessuna visione politica o programmazione pluriennale ha saputo offrire una risposta concreta o duratura.
Le trasformazioni del territorio e un equilibrio compromesso
Negli ultimi trent’anni, interventi infrastrutturali come la realizzazione dell’uscita della Strada Statale 268 — la cosiddetta “Del Vesuvio” — insieme allo sviluppo dell’area industriale PIP hanno inciso profondamente sul delicato equilibrio idrogeologico. L’impermeabilizzazione crescente, la modificazione delle quote e la pressione antropica hanno contribuito a rendere l’area più vulnerabile. Tuttavia, ciò che pesa maggiormente è l’assenza di una strategia idraulica adeguata: nessun progetto concreto e programmabile di mitigazione, nessun piano strutturale, nessun intervento di prevenzione che guardi oltre l’emergenza.
Comunità isolata e viabilità al collasso
L’aspetto più allarmante resta la totale esposizione della comunità periferica, lasciata senza supporto operativo durante le fasi di maltempo. Intere contrade isolate, abitanti costretti a rimanere barricati, servizi essenziali rallentati. A questo si sommano gli effetti a catena sulla mobilità: la chiusura forzata dell’uscita della SS 268 ha paralizzato la ex statale 18, generando code interminabili e congestionando l’asse viario tra Pagani e Scafati. Il territorio si regge su equilibri fragilissimi, destinati a crollare a ogni nuovo temporale.
Una tregua che dipende dal cielo
Il ritorno del bel tempo sarà probabilmente l’unico sollievo momentaneo per chi vive in queste zone alluvionali, ma non una soluzione. La popolazione attende risposte istituzionali che tardano a materializzarsi, mentre la vulnerabilità aumenta e il territorio continua a chiedere — con ostinazione e dolore — una strategia che vada oltre la mera gestione dell’emergenza. Se mai fosse gestita con criterio e competenza.
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