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Campania. Tagli ai rimborsi: a rischio i laboratori privati accreditati

Campania. Dal 30 dicembre, tagli ai rimborsi per i laboratori privati accreditati causano rischi per occupazione, prestazioni sanitarie e aumento delle liste d’attesa.

Tagli ai rimborsi: a rischio i laboratori privati accreditati

Dal prossimo 30 dicembre, con l’entrata in vigore del nuovo Nomenclatore tariffario, il sistema sanitario italiano subirà un cambiamento significativo. Questo aggiornamento, che arriva dopo 28 anni, rivede le tariffe per 1.113 prestazioni di specialistica ambulatoriale e protesica su un totale di 3.171, portando a una riduzione del 35% delle tariffe.

Conseguenze sui laboratori privati

Il taglio dei rimborsi colpirà duramente i laboratori di analisi privati accreditati, che rappresentano una parte essenziale del sistema sanitario. Solo in Campania, ci sono 411 strutture accreditate che erogano in media nove prestazioni annue per residente e danno lavoro a oltre 5.000 addetti, tra biologi, tecnici, infermieri e personale amministrativo.

Secondo Elisabetta Argenziano, presidente nazionale di Federbiologi, la riduzione dei rimborsi rischia di creare un effetto catastrofico: chiusura delle strutture, perdita di posti di lavoro e aumento delle liste di attesa, aggravando un sistema sanitario già in crisi come riportato da “Il Corriere del Mezzogiorno”.

Esami essenziali a rischio

Tra le prestazioni più penalizzate, spiccano esami di laboratorio fondamentali come l’emocromo, utilizzato per monitorare i pazienti oncologici in chemioterapia, e i marcatori tumorali, il cui rimborso scenderà da 12,66 a 6,8 euro. Questi tagli mettono in difficoltà i laboratori, che potrebbero non essere più in grado di garantire tali servizi, spingendo i pazienti a rivolgersi al settore pubblico o a pagare interamente di tasca propria.

Proteste e richieste di intervento

Dal 30 dicembre, le strutture accreditate garantiranno solo le prestazioni urgenti, invitando gli altri pazienti a rivolgersi agli ospedali o a sostenere i costi privatamente. Questo scenario preoccupa i sindacati, come l’Uap, e le associazioni di categoria, che parlano di un possibile collasso della sanità privata accreditata.

Federbiologi ha già richiesto un incontro con il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, per trovare soluzioni che evitino il tracollo del sistema. La presidente Argenziano sottolinea che la sanità privata accreditata, pur rappresentando solo il 2-5% della spesa sanitaria totale, eroga tra il 60 e l’80% delle prestazioni ambulatoriali, garantendo diagnosi per l’80% delle patologie.

Un sistema in bilico

L’entrata in vigore del nuovo nomenclatore rischia di lasciare migliaia di cittadini senza un servizio essenziale, aggravando le disparità tra Nord e Sud e rendendo ancora più difficile l’accesso alle cure. L’appello è chiaro: serve un intervento urgente per evitare che i costi di questa revisione ricadano sulle fasce più deboli della popolazione.

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