La protesta contro l’installazione dell’antenna di telefonia a Scafati
Via Terze a Scafati, il ritorno dell’installazione di un’antenna di telefonia mobile scatena l’indignazione dei residenti. L’area a confine della frazione di San Pietro è da decenni al centro di problemi di natura ambientali legati a inquinamento e allagamento, la costruzione di un’opera soggetta a onde elettromagnetiche di cui non si conosce alla perfezione l’effetto sull’essere umano preoccupa la popolazione. “Siamo martoriati da sempre, avremmo sperato che qualcuno si attivasse per noi” hanno spiegato alcune famiglie del comitato No Antenna di via Terze a Scafati, che non vogliono accettare un altro possibile rischio per la salute nelle vicinanze delle proprie case. Questo perché il funzionamento delle antenne telefoniche 5G non è ancora stato supportato da dati universalmente riconosciuti in termini di esposizione di onde elettromagnetiche possibilmente dannose per l’uomo. Una vicenda che divide la scienza, e che in città è sempre stato visto, a partire dai medici locali, più come un pericoloso che altro.
L’incontro con il sindaco e il blocco dei lavori
Per questo diversi rappresentanti delle varie famiglie in estate furono ospitati nella stanza del sindaco Pasquale Aliberti, che al termine dell’incontro bloccò l’opera vista l’assenza di alcuni documenti fondamentali per l’installazione dell’antenna. “Pensavamo di aver risolto il problema, ma dopo in questi giorni tutto a un tratto siamo usciti di casa e abbiamo visto le prime trivelle” spiega ancora il comitato. “Eravamo sicuri che non si sarebbe costruito nulla, o almeno che ci potessero avvisare al momento giusto. Noi ogni anno dobbiamo affrontare allagamenti dovute anche da modeste piogge e ogni estate un fiume che puzza di morte. Nel giro di 100 metri ci sono tantissimi malati di tumore, e siamo vicini a un parco giochi e una scuola media. Chiedevamo solo di non condannarci a un altro fardello”.
Preoccupazioni tecniche e azioni future
Nello specifico esistono anche problemi di natura più tecnica segnalati dal comitato, come ad esempio l’installazione di un’opera così grande con una falda acquifera a mezzo metro circa dalla superficie. Le famiglie sono così pronte a rilanciare una nuova raccolta firme lampo, provando anche a chiedere un parere di un esperto avvocato ambientalista per comprendere se possono esistere appigli per cambiare la situazione.
La legge e la risposta del sindaco
“I lavori erano stati fermati perché all’ufficio Suap mancavano delle autorizzazioni. Sono ripartiti semplicemente perché c’è una legge, Gasparri che identifica le antenne di telefonia mobile come infrastrutture primarie” ha spiegato però il sindaco Pasquale Aliberti sull’argomento. “Pertanto non c’è nessuna possibilità per fermare l’installazione. Il comitato dei cittadini che era venuto da me in estate per chiedere che venissero fermate sapeva bene quale fosse la procedura”.