Palatenda di via Tricino: il fallimento della manifestazione di interesse, progetto di riqualificazione in crisi
La manifestazione di interesse per il Palatenda di via Tricino si è rivelata un flop: nessun privato ha presentato proposte per il project financing. La struttura sportiva, abbandonata da oltre dieci anni, avrebbe dovuto diventare un punto di riferimento per lo sport a Scafati, ma problemi tecnici e finanziari hanno bloccato ogni progresso.
Un progetto nato con alte aspettative
Costruito durante i precedenti mandati dell’attuale sindaco Pasquale Aliberti, il Palatenda doveva rappresentare un passo avanti per lo sport locale. Aliberti puntava a rilanciare la struttura e altri spazi pubblici attraverso partnership con privati, considerate essenziali vista la situazione economica critica del Comune, soggetto a un piano di riequilibrio finanziario.
Degrado e vandalismo: gli ostacoli principali
Negli ultimi anni, il Palatenda è stato vittima di degrado e vandalismo, con denunce da parte di cittadini e politici. La mole di interventi necessari, sia interni che esterni, e i costi elevati sembrano aver scoraggiato eventuali investitori.
Le critiche di Mario Santocchio (Fratelli d’Italia)
Sul tema è intervenuto il coordinatore locale di Fratelli d’Italia, Mario Santocchio, che ha criticato la gestione dell’amministrazione comunale. “Un anno fa era stata promessa la riqualificazione delle nostre strutture sportive, ma nulla è accaduto. È uno spreco di risorse pubbliche”, ha dichiarato. Santocchio ha attribuito il fallimento alla scarsa credibilità delle offerte proposte dal Comune e alla mancanza di un serio progetto di riqualificazione.
Successi parziali altrove e nuovi tentativi per il Palatenda
In altri contesti, come il Parco Primato e i Campi da Tennis di via Della Resistenza, la formula del project financing ha attirato investitori, generando cinque proposte al momento in valutazione. Nonostante il fallimento attuale, l’amministrazione intende pubblicare un nuovo bando per il Palatenda, nella speranza di riportare in vita una struttura che finora non ha mai accolto un atleta.
