Sant’Egidio del Monte Albino. Zona contesa: il rilancio della battaglia sul referendum
Ex zona contesa di Orta Loreto, il consigliere regionale Nunzio Carpentieri rilancia la battaglia per il referendum con un appello ai sindaci Antonio La Mura e Lello De Prisco. La contrada è passata nell’estate del 2023 dalla giurisdizione del comune di Sant’Egidio del Monte Albino a quella del comune di Pagani dopo un contenzioso epocale, ma sin da subito si è creato un movimento cittadino e politico intenzionato a ripristinare i vecchi confini. Dopo un anno il consigliere regionale ed ex sindaco del comune sangiliano Carpentieri annuncia passi avanti importanti sull’argomento, ma ci sarà da affrontare il “muro” dell’ente paganese.
L’annuncio iniziale
In prima battuta l’esponente di Fratelli D’Italia ha annunciato il deposito della proposta di legge regionale per modificare i confini tra i due comuni, in attesa della futura discussione in Consiglio Regionale, che se conclusa positivamente potrebbe far partire la tanto paventata idea di referendum popolare. “Mi sono profondamente convinto che quella di affidare ai cittadini e alle cittadine la decisione definitiva su come chiudere questa storia, che si trascina ormai da troppi anni, fosse la soluzione migliore” ha dichiarato Carpentieri “Ho lottato perché fosse così, arrivando a raccogliere, con il mio personale impegno, le firme di tantissimi colleghi Consiglieri regionali, di ogni schieramento”.
L’appello
Da questo momento le parole del consigliere si trasformano in un appello nei confronti dei due sindaci, che invita a “sedersi e fare, direttamente loro, una proposta al Consiglio regionale, per compiere insieme il prossimo passo, quello cioè di definire le porzioni di popolazione che dovranno andare a votare al referendum”. Se il comune di Sant’Egidio del Monte Albino, guidato dal sindaco Antonio La Mura, non ha mai nascosto la volontà di perseguire l’idea del referendum, è il comune di Pagani ad avere un atteggiamento diverso. Il sindaco paganese Lello De Prisco non ha mai nascosto infatti la sua contrarietà all’argomento, sia per il lavoro già svolto in questo anno per “integrare” l’ex zona contesa, sia per la forma della proposta. Non è infatti da escludere uno scenario di esclusione voluta di palazzo San Carlo alle dinamiche regionali in attesa di impugnare un’eventuale legge regionale approvata, aprendo un contenzioso come quello che ha portato alla decisione del Consiglio del Stato nel 2023.