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Michele Russo: nuovi ospedali e bisogni dei cittadini

Russo. Molti cittadini contestano i nuovi ospedali, chiedendo invece risposte urgenti: meno infrastrutture e più medici, cure rapide e servizi efficienti.

Michele Russo: nuovi ospedali e bisogni dei cittadini

In Campania sono in costruzione 10 nuovi ospedali per un investimento di circa 3 Miliardi di Euro, come più volte sottolineato dal Governatore De Luca. Si tratta del nuovo Ruggi a Salerno, a Napoli del nuovo Santobono e degli Incurabili, dell’Ospedale di Castellammare di Stabia nelle ex-Terme, del nuovo Ospedale della Penisola Sorrentina, di Giugliano, di Sessa Aurunca, di Battipaglia, per citare i più noti.

Il programma

Tale programma è stato ribadito in occasione degli Stati Generali della Prevenzione recentemente tenutisi a Napoli alla presenza anche del Capo dello Stato Sergio Mattarella. Riprendendo questo argomento della costruzione dei nuovi ospedali, qualche pagina social, che chiede di riaprire ospedali chiusi o poco funzionanti, ha ricevuto una miriade di considerazioni da parte dei cittadini, tutte molto critiche.
Al di là delle pur comprensibili ragioni campanilistiche sul voler potenziare un ospedale piuttosto che un altro, vi è un comune sentire della quasi totalità delle persone che hanno commentato la notizia.

Un paradosso per i cittadini

Il cittadino non comprende la necessità di investire miliardi di euro per la costruzione di nuovi grandi ospedali, partendo dalla constatazione che negli ultimi anni in Campania sono stati chiusi o depotenziati notevolmente molti nosocomi, sono stati chiusi Pronto Soccorso, e vi sono Ospedali aperti con interi padiglioni non utilizzati o sottoutilizzati.
In primo luogo si dovrebbe ripartire, proprio da tali nosocomi.

Il cuore del problema

Qual è il problema che denunciano – anche gli operatori della sanità – ma in particolare i cittadini? Quello che conosciamo bene: liste di attesa lunghe e servizi spesso non adeguati per carenza di personale medico e infermieristico, attrezzature disponibili non utilizzate o sottoutilizzate per gli stessi motivi.
Certo costruire nuovi ospedali, può consentire di organizzare in maniera più funzionale e moderna gli spazi e nel tempo migliorare le risposte ai fabbisogni di salute della popolazione.

Una manifesta sfiducia

Un altro argomento che emerge forte nei commenti è la sfiducia nella capacità di portare a compimento in tempi ragionevoli, queste nuove opere, che per ragioni fisiologiche sconteranno tutte le problematiche delle opere pubbliche con allungamento dei tempi programmati e aumenti di costi, con orizzonti temporali di qualche decina di anni.
Il cittadino, quindi, che aspetta un’ambulanza per un proprio congiunto anche per 40-50 minuti, che attende ore in pronto soccorso per un codice verde o giallo, che deve aspettare il 2026 per un accertamento diagnostico importante o per una visita specialistica pubblica, e attendere mesi per un intervento chirurgico delicato, non riesce proprio a comprendere questa divergenza tra ciò che è più urgente fare e spendere per i necessari miglioramenti della sanità nell’immediato e la programmazione di grandi interventi infrastrutturali dai costi miliardari.

Senza dimenticare che con il PNRR, si è deciso di fare cospicui investimenti anche nella sanità territoriale con gli Ospedali e le Case di Comunità, sempre interventi di tipo infrastrutturale, per i quali si è comunque sollevato il problema della necessità di personale una volta completati.

Molto spesso, sin dai tempi della prima repubblica, ho sentito politici sostenere, non sempre mettendolo in pratica, che il compito più alto che deve assolvere un politico al servizio delle istituzioni, è quello di intercettare i bisogni del cittadino e cercare di dare il più possibile risposte in tempi ragionevoli.

Il bisogno di cure in tempi adeguati

In tema di salute i cittadini avvertono molto di più il bisogno di cure in tempi adeguati, e quindi di operatori sanitari, meno di mura e di nuove costruzioni. Banalmente di spendere meno per nuovi ospedali e più per il personale.

Certo fino a oggi, a livello centrale, la programmazione della disponibilità in particolare di medici è stata basata sul numero chiuso alle università e su altre scelte erronee e poco lungimiranti, con una popolazione sempre più anziana, ma qui si aprirebbe un altro lungo discorso.

Michele Russo

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