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Angri: solidarietà ed inclusione sono in “modalità aereo”

Angri, uomo in crisi ha bisogno di aiuto. Nessuna risposta dal Comune. Servizi sociali assenti, il dramma si ripete.

Servizi sociali assenti, la città lascia soli i più fragili

Il caso, un uomo angrese in condizioni precarie, (di cui omettiamo il nome per privacy) sta facendo il giro dei social e risolleva una pesante accusa verso l’Amministrazione comunale di Angri e l’Assessorato alle politiche sociali. La sua storia è semplice e tremenda: ha bisogno urgente di un ricovero e di cure idonee per il suo caso, non ha mezzi di sussistenza ed è persona estremamente fragile. Eppure, nonostante gli appelli, le segnalazioni e il tam tam della rete, intorno resta l’assordante silenzio.

Chi ha sollevato il caso denuncia di aver contattato l’amministrazione, i politici locali, i carabinieri, i servizi sociali. Ma il risultato è stato uno solo: “zero risposte”. Telefoni che squillano nel vuoto, uffici chiusi, istituzioni che si rimpallano le competenze come in una tragica commedia dell’assurdo. Nel frattempo, un uomo resta in condizioni sociali critiche.

Il dramma si ripete: il caso Antonisio e il muro dell’indifferenza

Il caso denunciato non è isolato. Da oltre un anno, Luca Antonisio, persona con disabilità motoria, chiede un alloggio dignitoso dove poter vivere senza essere prigioniero delle barriere architettoniche. La sua casa in via Satriano è inaccessibile, inadatta, umiliante. Anche in questo caso, l’assessorato ha opposto un silenzio assordante scappando dalle sue responsabilità. Prassi e vergogna.

In una città in cui la comunicazione istituzionale si limita essenzialmente a Facebook, ai social affini e alle auto celebrazioni, mancano risposte reali, umane, concrete. Il welfare locale è invisibile e inefficace. I cittadini in difficoltà sono abbandonati a sé stessi, ridotti a supplicare pubblicamente una dignità che dovrebbe essere loro garantita per legge.

Un sistema che non funziona: irresponsabilità politica e vuoto amministrativo

Non si tratta più di singole emergenze, ma di un sistema sociale collassato, in cui l’Assessorato alle politiche sociali, dopo dieci lunghi anni sembra incapace persino di rispondere alle telefonate. Una macchina amministrativa che abdica alle sue funzioni mentre fuori dalle stanze degli uffici si consuma ogni giorno il dolore della marginalità.

Il caso citato è solo l’ultimo grido. E rischia di diventare l’ennesimo copione di una tragedia annunciata. Chi amministra avrebbe il dovere di agire, subito. Ogni giorno che passa senza risposte è una condanna per chi vive ai margini e sono sempre di più. E se le istituzioni non sanno vedere, tocca alla città aprire gli occhi e chiedere conto del fallimento politico e umano di un’amministrazione che ha dimenticato i più deboli e preferisce raccontare solo favole, senza “scuorno”. Basta liberateci!

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Luciano Verdoliva
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