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Lunga attesa per una visita specialistica: il caso di una signora di Angri, non prima del 2026

Una cittadina di Angri denuncia due anni d’attesa per una visita endocrinologica nel SSN, simbolo delle gravi inefficienze sanitarie italiane

Lunga attesa per una visita specialistica: il caso di una signora di Angri, non prima del 2026

Ad Angri, una cittadina si è trovata di fronte a un’attesa di oltre due anni per una visita endocrinologica tramite il Sistema Sanitario Nazionale (SSN). Nonostante il ticket regolarmente pagato, la prima data disponibile era fissata per febbraio 2026. Questo episodio è solo uno dei tanti che evidenziano le difficoltà sistemiche del SSN nel garantire un accesso rapido alle cure mediche, con un impatto diretto sul diritto alla salute.

Il sistema sanitario pubblico tra inefficienze e criticità

Le lunghe liste d’attesa non sono una novità nel sistema sanitario italiano, dove mancanze nella programmazione, vincoli di spesa e gestione poco efficace delle risorse stanno rendendo sempre più difficile accedere a visite, esami diagnostici e terapie. La situazione è aggravata dal ricorso crescente alle strutture private accreditate, che sottraggono risorse al settore pubblico, facendo aumentare le disparità tra i cittadini.

Un piano di intervento per la riduzione delle attese

Il governo, consapevole della gravità del problema, ha introdotto il Piano Nazionale 2024-2026, che prevede azioni per migliorare la gestione delle liste di attesa e ridurre i tempi di accesso alle cure. Tra queste, il rafforzamento dei Centri Unici di Prenotazione, un maggior coinvolgimento delle tecnologie digitali per la trasparenza e l’efficienza e l’adozione di orari estesi per le visite, anche nei fine settimana. Tuttavia, queste misure non risolvono del tutto il problema strutturale di un sistema sanitario che necessita di un rinnovamento profondo.

Un diritto da tutelare

Il caso della signora di Angri è un simbolo delle difficoltà che molti cittadini incontrano quando si rivolgono al sistema pubblico. La sanità italiana rischia di affidarsi sempre più al settore privato, trasformando un diritto universale in un privilegio accessibile solo a pochi. È essenziale ripensare il modello attuale, preservando il ruolo del SSN e garantendo un accesso equo e tempestivo alle cure mediche per tutti. Lo riporta Cronache della Campania.

 

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gerardo vicidomini
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Gerardo Vicidomini

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