Giovani e istruzione: un quadro allarmante
L’area metropolitana di Napoli registra una delle popolazioni più giovani d’Italia (22,6%), ma anche gravi carenze educative e sociali. Il tasso di incompetenza alfabetica e matematica è tra i più alti del Paese, mentre circa il 14% dei giovani rientra nella categoria dei Neet (né occupati né studenti), contro una media nazionale del 9%.
Prima infanzia: servizi insufficienti
I servizi educativi, scrive “Il Corriere del Mezzogiorno“, per la prima infanzia sono estremamente carenti. Solo il 12,3% dei bambini di Napoli e provincia ha accesso ad asili nido, un dato lontano dal target nazionale del 33% e tra i peggiori in Italia, superato in negativo solo da Catania (11,4%).
Dispersione scolastica e scarsa preparazione
Nonostante il 98% dei bambini sia iscritto alle scuole dell’infanzia o primarie, il fenomeno della dispersione scolastica rimane elevato. Oltre il 48% degli studenti di scuola media presenta incompetenza alfabetica, mentre il 60% è insufficiente in matematica. Nelle scuole superiori, il livello di preparazione inadeguata aumenta ulteriormente (66,8%).
Disuguaglianze e impatto post-pandemia
Il divario tra Nord e Sud è evidente anche nella qualità dei servizi educativi: nel Centro-Nord il 33% dei bambini sotto i tre anni è preso in carico, contro meno del 5% nell’area metropolitana di Napoli. La pandemia ha inoltre peggiorato ulteriormente i livelli di apprendimento, con un incremento degli studenti con competenze non adeguate rispetto al periodo pre-Covid.
Il peso delle scuole private
Nel territorio di Napoli e provincia, il 50% delle scuole sono private, contro una media nazionale dell’85% di scuole pubbliche. Questa situazione riflette le difficoltà del sistema educativo locale, aggravate dalla scarsa dotazione di servizi comunali.
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