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San Marzano Calcio: richiede la risoluzione della concessione stadio

Tentate estorsioni e colpi di arma da fuoco al campo sportivo spingono San Marzano Calcio a richiedere la risoluzione bonaria della concessione.

San Marzano Calcio: richiesta di risoluzione della concessione per lo stadio comunale

Tentate estorsioni e colpi di arma da fuoco innescati al campo sportivo, la società San Marzano Calcio chiede la risoluzione bonaria della concessione per la riqualificazione e valorizzazione dello stadio comunale. Il soggetto privato in campo all’imprenditore Felice Romano nelle ultime ore si è resa protagonista di una nota importante indirizzata al Comune marzanese, nel quale vengono sottolineate situazioni gravissime che avrebbero condizionato l’avanzamento dell’opera. L’imprenditore e la società sportiva, assistita dall’avvocato Ippolito Matrone, hanno rimarcato al Comune di San Marzano sul Sarno guidato dal sindaco Andrea Annunziata le motivazioni dello stop ai lavori di riqualificazione dell’impianto sportivo comunale che insiste su via Gramsci. Un progetto importante, presentato in pompa magna, che avrebbe previsto un rilancio dello stadio comunale, con nuovi spalti e un nuovo manto erboso, per un valore di investimenti totali che superano i tre milioni di euro. Una storia legata alla precedente esperienza calcistica dell’attuale patron della Scafatese Calcio, interrottasi quasi un anno fa dopo le elezioni dell’attuale primo cittadino.

Denunce di estorsioni e violenze al campo sportivo

Nella nota inviata al Municipio vengono sottolineati però nuovi e importanti aspetti, che superano gli “intoppi burocratici” ricevuti proprio negli ultimi dodici mesi, e che trattano di violenze ed estorsioni subite da “ragazzi di San Marzano”. Nel testo si cita così un gruppo reputato “mafioso” che avrebbe tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024 compiuto una serie di azioni che hanno spaventato il mondo San Marzano Calcio. L’avvocato di parte scrive come la società “era oggetto di richieste estorsive aggravate dal metodo mafioso le quali venivano prontamente denunciate alle forze dell’ordine”, ma non solo. Infatti, il gruppo autodefinitosi “i ragazzi di San Marzano” avrebbe provveduto secondo le ricostruzioni “a esplodere anche colpi di arma da fuoco nel cancello d’ingresso dell’impianto sportivo durante l’esecuzione delle lavorazioni”. Una situazione preoccupante che fu illustrata all’amministrazione nell’incontro tenutosi lo scorso 16 settembre, senza però nessun avanzamento o posizionamento di parte nel corso di questi mesi.

Risoluzione del contratto e possibili conseguenze per l’amministrazione comunale

Ricordando quindi questi eventi, lo studio legale ha richiesto all’amministrazione di considerare queste dinamiche, reputate aspetti fondamentali ai fini della cessazione del rapporto pubblico – privato che ha portato all’inizio di riqualificazione dell’impianto. L’obiettivo ora è infatti quello di riuscire ad arrivare a una risoluzione bonaria del contratto di concessione tra le parti, con la restituzione di quanto effettivamente versato fino a ora da parte della società San Marzano Calcio. In conclusione, l’avvocato Matrone chiede ancora all’ente marzanese di attivarsi per procedere, affermando per un’ultima volta l’impossibilità di “qualunque prosecuzione del rapporto per i gravi fatti delineati”. Una questione sulla quale l’attuale amministrazione dovrà dare una risposta nelle prossime ore, con difficoltà di parte sicuramente importanti. Finora secondo alcune stime i lavori portati avanti supererebbero il milione di euro, una cifra molto importante fermo restando la disponibilità del privato a una verifica dello stato dei luoghi volto proprio al calcolo delle spese sostenute. Ma ciò che più grava sul sindaco Annunziata e la giunta comunale sono le notizie di estorsioni e violenza, destinate ad essere condannate in un territorio che torna a essere al centro delle cronache per episodi del genere dopo anni molto caldi in questo senso. Basti ricordare tra tutti gli episodi il rogo dell’auto dell’ex assessore al commercio Angela Calabrese nel 2022.

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Alfonso Romano
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