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Angri. Pomodoro da industria, l’OI del Centro-Sud chiede regole certe

Velardo e Falcucci: “Serve responsabilità di filiera, coinvolgere la GDO e tutelare i produttori colpiti dalla crisi idrica”. Una lettera al Ministro Lollobrigida

La richiesta della componente agricola

Angri. La componente agricola dell’Organismo Interprofessionale Pomodoro da Industria del Centro Sud Italia alza la voce e chiama in causa direttamente il Governo. Con una lettera indirizzata al Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida, il coordinatore Gennaro Velardo e il vicepresidente Matteo Falcucci hanno ribadito l’urgenza di un intervento immediato a sostegno dei produttori agricoli.

Il settore, già messo a dura prova da una campagna segnata dalla siccità e da forti squilibri di mercato, rischia infatti di veder compromessa la stabilità della filiera. La rappresentanza agricola ha sottolineato come l’attuale contesto richieda “regole certe, controlli rigorosi e responsabilità condivisa” per evitare derive speculative e proteggere i produttori.

Le due priorità

Nella missiva al Ministro, i rappresentanti agricoli hanno messo nero su bianco due richieste fondamentali. La prima riguarda l’adeguamento del prezzo in situazioni straordinarie, da considerare come misura di maturità e di responsabilità da parte della filiera. “In presenza di emergenze come la siccità – ha spiegato Falcucci – occorre prevedere un adeguamento dei prezzi che possa salvaguardare i produttori agricoli e al tempo stesso scoraggiare speculazioni che rischiano di penalizzare la parte più debole della catena”.

La seconda riguarda il coinvolgimento della GDO e degli acquirenti finali. L’obiettivo è quello di estendere il confronto a valle della filiera, affinché il “Made in Italy” sia realmente valorizzato e non subisca logiche di sottocosto. “Il comparto deve avere la capacità di confrontarsi anche in momenti di particolare criticità – ha ribadito Falcucci – soprattutto quando i danni derivano da eventi climatici che nulla hanno a che fare con scelte imprenditoriali”.

Le emergenze da affrontare

Oltre alle proposte strutturali, la rappresentanza agricola ha sollecitato una serie di misure urgenti e concrete. Tra queste figurano: interventi immediati a sostegno delle imprese agricole del Nord Foggiano colpite dalla crisi idrica, azioni preventive per ridurre il rischio di nuove emergenze e la convocazione del Tavolo Nazionale del Pomodoro.

Secondo Velardo, questo passaggio sarebbe fondamentale per “superare divisioni territoriali che rischiano di compromettere un settore strategico per l’Italia” e restituire unità a un comparto che rappresenta una parte consistente della produzione agricola nazionale.

L’appello all’unità

Nel comunicato, Velardo ha ricordato come in passato la filiera abbia affrontato e superato momenti di difficoltà grazie alla compattezza degli attori coinvolti. “Bisogna che gli interlocutori ritrovino la capacità di momenti di confronto – ha dichiarato – perché solo con una reale unità di intenti e con il rispetto tra le parti si può garantire continuità e futuro al comparto”.

La componente agricola dell’OI ha inoltre ribadito il proprio peso strategico, rappresentando in termini di quantità 16.800.000 quintali di pomodoro, e ha assicurato la piena disponibilità a collaborare con le istituzioni. “Non bastano controlli e sanzioni – hanno concluso Velardo e Falcucci – servono anche premialità e sostegni per chi opera secondo regole condivise, per dare stabilità e competitività alla filiera del pomodoro da industria”.

Un comparto cruciale per il Paese

Il pomodoro da industria del Centro-Sud rappresenta non solo un’eccellenza del made in Italy, ma anche un motore economico e sociale per migliaia di famiglie. La richiesta al Governo è chiara: garantire strumenti di protezione per il comparto agricolo e costruire un percorso di stabilità che metta al riparo la filiera da crisi ricorrenti.

Il futuro del settore passa da decisioni concrete e immediate, e la voce della componente agricola dell’OI Pomodoro risuona oggi come un monito e un appello alla responsabilità politica e istituzionale.

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