Una pioggia che pesa come una minaccia
Allerta meteo. Le nuvole che si addensano sull’agro nocerino sarnese non portano con sé soltanto il segno del cambio di stagione, ma la concreta possibilità di riaccendere la preoccupazione per l’ennesima emergenza idrogeologica. I temporali annunciati dai modelli meteorologici non trovano un territorio pronto ad assorbirne gli effetti: i fiumi, i canali e le zone pedemontane restano aree fragili, segnate da decenni di scarsa manutenzione e interventi tampone.
La doppia vulnerabilità: fiumi e montagna
Da un lato preoccupa la fascia fluviale che attraversa i comuni di Angri, Scafati, San Marzano sul Sarno, Pagani e Nocera Inferiore, con il reticolo idrico già più volte protagonista di esondazioni e allagamenti. Dall’altro, il fronte pedemontano, che si estende alle pendici dei Monti Lattari, presenta criticità altrettanto gravi: gli incendi del 2017 hanno compromesso il manto boschivo, aumentando il rischio di colate detritiche e frane.
Il compianto professore Franco Ortolani, tra i massimi esperti di geologia ambientale, già negli anni scorsi aveva segnalato come la combinazione tra urbanizzazione e degrado ambientale avesse reso quest’area estremamente vulnerabile. Oggi, a distanza di anni, le sue parole appaiono ancora più attuali.
Un ecosistema fragile e sottovalutato
Gli interventi di mitigazione sono stati scarsi e frammentari. Le opere idrauliche lungo i corsi d’acqua non sempre si integrano con controlli sugli scarichi, mentre i versanti pedemontani attendono piani organici di riforestazione e consolidamento. Il risultato è un ecosistema fragile, dove le piogge intense non trovano barriere naturali né artificiali sufficienti, scaricandosi direttamente sui centri urbani.
Il rischio riguarda non solo le aree agricole, ma anche i quartieri residenziali di Sant’Egidio del Monte Albino, Angri e Pagani, esposti a colate e allagamenti. Qui la convivenza tra espansione urbana, fragilità ambientale e cambiamenti climatici rende ancora più urgente una strategia complessiva di difesa del territorio.
La scienza come unica strada
Le prospettive non possono essere affidate al caso o alla memoria corta delle emergenze stagionali. La scienza offre già gli strumenti per agire: monitoraggi pluviometrici integrati, modelli idrologici predittivi, piani di drenaggio urbano e opere di rinaturalizzazione dei versanti. Senza un approccio scientifico, il rischio idrogeologico dell’Agro nocerino sarnese resterà una minaccia latente, pronta a esplodere a ogni perturbazione.
Le piogge che si annunciano non devono essere lette solo come un evento atmosferico, ma come un test della resilienza del territorio. Un test che, senza interventi strutturali e visione strategica, rischia di confermare tutte le fragilità già denunciate da anni.