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Strage silenziosa nel Sud: morti sul lavoro dimenticate

L’esplosione di un silos in un’azienda del Casertano ha ucciso tre operai, rivelando la fragilità di un sistema produttivo

Un altro rosario di dolore

Il Sud continua a essere la periferia del mondo. L’ultima tragedia di Marcianise, dove due operai e il titolare dell’azienda sono rimasti uccisi dallo scoppio di un silos, aggiunge un altro nome al rosario di dolore che scandisce la vita delle comunità meridionali. Non numeri, ma vite spezzate in un contesto industriale fragile, spesso dimenticato, dove il lavoro resta insieme risorsa e condanna.

Ritmi frenetici e fragilità del sistema

Le morti sul lavoro si ripetono tra incuria, carenze strutturali e ritmi frenetici di una società che chiede il massimo e restituisce il minimo. Morire su un cestello, su un’impalcatura, o in un’area tecnologicamente avanzata non è fatalità: è la conseguenza di un sistema in cui mancano le regole fondamentali, e spesso l’assenza dello Stato pesa più delle disattenzioni individuali.

Sociologia di un’emergenza

Tra Agro Nocerino-Sarnese, Vesuviano e Casertano, le morti sul lavoro non sono soltanto eventi isolati, ma parte di un fenomeno che intreccia fragilità economiche, cultura del lavoro sommerso e mancanza di tutele. In queste aree, dove la piccola e media impresa rappresenta la spina dorsale del tessuto produttivo, il rispetto delle norme di sicurezza viene spesso percepito come un lusso, non come una priorità. La pressione fiscale e il costo delle misure di protezione spingono molti imprenditori a ridurre le spese, lasciando lavoratori esposti a rischi enormi.

Geografia delle morti bianche

Il Casertano, con le sue aree industriali a Marcianise e Maddaloni, è un territorio segnato da incidenti frequenti. Nell’Agro Nocerino Sarnese, tra fabbriche conserviere e cantieri, il rischio è quotidiano, mentre il Vesuviano, con il suo artigianato diffuso e le imprese informali, conosce dinamiche ancora più opache. È una geografia che racconta di una modernità incompiuta: aree produttive cruciali, ma ancora incapaci di garantire standard minimi di sicurezza e dignità.

Stato assente e imprenditori strozzati

Alla base c’è una contraddizione: lo Stato pretende risorse dagli imprenditori, ma investe poco o nulla nella prevenzione. Il sistema di controlli è debole, la cultura della sicurezza non si diffonde, e molte aziende finiscono per operare in un limbo di precarietà. Non è solo una questione di leggi non rispettate, ma di un assetto economico che spinge verso il risparmio a scapito della vita.

Una questione culturale e morale

Le morti bianche nel Sud parlano anche di una cultura che fatica a riconoscere il valore del lavoro in termini di diritti. Per molti, soprattutto giovani operai o migranti, l’unica prospettiva è accettare condizioni insicure pur di avere uno stipendio. L’incertezza economica si trasforma così in incertezza morale e psicologica per chi resta, alimentando una spirale di sfiducia verso le istituzioni.

Conclusione

La tragedia di Marcianise non è solo un fatto di cronaca: è il simbolo di un Mezzogiorno che continua a contare i suoi morti sul lavoro, senza che nulla cambi davvero. Finché la sicurezza sarà considerata un costo e non un diritto, il Sud rimarrà periferia del mondo, condannato a piangere vittime e a convivere con un dolore che diventa parte del paesaggio sociale.

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