Luca aspetta ancora una casa senza barriere
Angri. Luca Antonisio sta ancora aspettando una casa senza barriere architettoniche, promessa dai servizi sociali. Chi non ricorda la sua storia, simbolo di una battaglia che da anni denuncia l’indifferenza delle istituzioni verso i più fragili. La sua vicenda, messa in risalto da questa testata lo scorso anno, è diventata il ritratto di una promessa disattesa: quella di una casa dignitosa, sicura e accessibile.
Luca è stato colpito da un virus che gli ha compromesso l’uso delle gambe e vive, praticamente da solo, in un’abitazione di via Satriano, inadatta alle sue necessità. La strada è priva di marciapiedi e segnaletica, costringendolo a convivere ogni giorno con barriere architettoniche che limitano la sua autonomia.
L’inerzia dei servizi sociali e le responsabilità politiche
Nonostante un reddito che gli consentirebbe di sostenere le spese di una casa idonea, Luca Antonisio non ha ricevuto risposte concrete dai servizi sociali e da chi oggi si proclama “portavoce degli invisibili”, e che ora sta tentando di esportare i propri fallimenti in Regione. Il nome della delegata è omesso per ovvie ragioni legali, ma resta il senso di una responsabilità collettiva che pesa come un insopportabile macigno.
Una questione di dignità e fallimento civile
La storia di Luca è anche quella di un sistema immobiliare che privilegia l’interesse economico rispetto al diritto delle persone. Le politiche pubbliche non hanno saputo offrire sostegno reale, lasciando spazio a disuguaglianze profonde e a una pericolosa rassegnazione. Ogni giorno, Luca fa i conti con la solitudine di chi chiede soltanto dignità, mentre altri “raccontano favole” per coprire l’incompetenza.
Le barriere di Angri, tra cemento e morale
La casa promessa, quel rifugio contro una vita da “seduto forzato”, resta una chimera. È il simbolo di un fallimento collettivo che pesa su Angri, dove le barriere architettoniche continuano a essere anche barriere morali. Quelle di chi, dietro la retorica dell’impegno sociale, perpetua una politica di circonvenzione e abbandono.
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