spot_img
spot_img

Leggi anche

Altro ancora

I volontari saranno sentinelle del Vesuvio: tra fiamme e speranza

Le “sentinelle del Vesuvio” sorvegliano i boschi dopo l’incendio devastante, con dedizione e amore che suppliscono all’assenza delle istituzioni.

L’inferno di agosto

L’incendio che ha divorato tra gli ottocento e i mille ettari di vegetazione ha ridisegnato il volto del Vesuvio, trasformando boschi e pinete in un paesaggio di cenere. La furia del fuoco ha cancellato simboli di rinascita come i tre alberi piantati dagli sportivi sulla Strada Matrone, ridotti a tronchi anneriti. Eppure, in mezzo alla distruzione, due edicole votive sono rimaste intatte, custodi di immagini sacre che resistono come segni di speranza. In un dettagliato reportage “Il Mattino” mette in evidenza questa nuova fase post incendio.

Le sentinelle instancabili

Tra i sentieri devastati si muovono le cosiddette “sentinelle del Vesuvio”: donne e uomini che conoscono il vulcano come fosse un vicolo di casa. Silvano Somma, Giulia Pugliese, Nicola Liguoro, Vincenzo Marasco e Umberto Saetta non chiedono rimborsi né riconoscimenti: camminano, osservano, prevengono. Memorizzano alberi, animali, pietre, orientandosi come bussole umane e segnando con cura ogni segnale sospetto di fumo o di focolai.

Il loro è un lavoro invisibile eppure decisivo. Durante e dopo l’incendio hanno dato l’allarme, guidato le squadre nei boschi e affiancato chi combatteva le fiamme. Oggi continuano a presidiare sentieri interdetti al pubblico, unici autorizzati a vigilare e a monitorare il respiro nascosto della montagna.

La prevenzione quotidiana

Sotto la cenere il fuoco può covare per giorni, pronto a risvegliarsi. Per questo le sentinelle restano sul posto: tre ore di cammino, due Sos inviati, interventi rapidi che impediscono al disastro di ripetersi. Il loro impegno non conosce tregua, nemmeno quando i turisti, delusi dal divieto di accesso, si fermano ai cancelli.

Questi volontari rappresentano la vera barriera contro le fiamme, custodi di un territorio fragile e prezioso. Dove le istituzioni non arrivano, loro restano: instancabili, inesauribili, legati alla montagna da un amore che brucia più del fuoco.

Campania, la sfida contro il polistirolo utilizzato per la pesca

spot_img
spot_img
spot_img
spot_img
spot_imgspot_img
spot_imgspot_img
spot_imgspot_img
spot_imgspot_img

Articoli popolari