A Nocera Inferiore esplode il caso Montevescovado: tra ritardi, rifinanziamenti e critiche sulla comunicazione politica, restano aperti interrogativi e responsabilità.
Conferenza stampa e annuncio pubblico
Nocera Inferiore. Per capire come un clamoroso ritardo diventi occasione di propaganda elettorale bisogna guardare alla conferenza stampa di ieri quando Vincenzo De Luca e David Lebro (Presidente Acer, ex Iacp Campania) chiamati ieri a Nocera dal primo cittadino, hanno tra l’altro presentato il progetto di completamento dei due fabbricati rimasti a grezzo, di Montevescovado.
Il finanziamento già previsto e il nuovo rifinanziamento
Il dott. Lebro ha affermato infatti che il finanziamento per l’intervento era già nel bilancio ACER del 2024 (!) ma poi ha dovuto essere rifinanziato nel 2025 dalla Regione per una problematica vissuta dall’ACER con i pagamenti IMU (testuale ?!).
Le domande inevase dopo anni di atti e solleciti
C’è allora da chiedersi come mai: dopo lo svincolo dalle ipoteche dei suoli dei due fabbricati nel 2018, dopo il permesso di costruire rilasciato dal Comune sulla variante proposta dall’Acer (maggio 2021); dopo la nostra (ennesima) richiesta all’ACER di accelerare la progettazione per il completamento dei due fabbricati (del 30 novembre 2021) e nonostante avessimo ottenuto il mantenimento del finanziamento di 8 milioni di euro ancora nel 2022, siano trascorsi altri 3 anni e mezzo per un “rifinanziamento” regionale solo nell’ottobre 2025, ieri cioè.
I retroscena che non trovano spazio
Noi immaginiamo il perché, ma diventa lungo spiegarlo in un articolo, sarebbe servita una conferenza stampa.
Continuità amministrativa e riconoscimento del lavoro svolto
Sia chiaro, qui l’amministrazione non è in disussione e non togliamo merito al suo lavoro, che almeno su questo punto è in piena continuità con quello, lungo e altrettanto decisivo, da noi svolto in passato.
Una ferita ancora aperta per la città
Ma non ci piace che la vicenda si sia trasformata in un’ occasione da campagna elettorale, laddove ci sarebbe voluta chiarezza e memoria ed uno “scusate il ritardo” per un quartiere che rappresenta ancora oggi, alle porte del 2026, una ferita della città, dinanzi al quale bisognerebbe solo togliersi il cappello e continuare a lavorare in silenzio.
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