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In una foto i dieci anni di immobilismo e povertà ad Angri

Angri vive un’emergenza sociale e ambientale. La foto simbolo racconta il fallimento di dieci anni di amministrazione Ferraioli.

Una foto che racconta un fallimento collettivo

In un potente scatto rubato al quotidiano, c’è la sintesi e il senso più profondo del degrado che da tempo segna Angri. Un uomo rovista nei rifiuti abbandonati sul marciapiede, cercando tra gli scarti un indumento, un oggetto utile, forse un riparo dalla dignità negata. Un’immagine che colpisce e interroga, simbolo di una profonda emergenza sociale che ha assunto ormai i contorni di una vergogna collettiva. Dietro questa scena, però, non c’è solo la povertà estrema, ma il fallimento lungo un decennio di un’intera amministrazione comunale.

Emergenza rifiuti e degrado urbano senza fine

L’emergenza rifiuti che attanaglia Angri non è un episodio sporadico. Da quasi un anno la città vive tra sacchi ammassati, marciapiedi impraticabili e odori nauseanti. L’amministrazione guidata dal sindaco Cosimo Ferraioli è rimasta inerte, incapace di affrontare con decisione una crisi ambientale che è diventata anche sociale. Il degrado visibile delle strade imbrattate dalla “monezza” riflette l’inadeguatezza di politiche ambientali e sociali ormai scollegate dalla realtà e avulse dalla quotidianità dei cittadini.

Politiche sociali fallite e povertà in crescita

Resta grave è la situazione delle fasce più fragili della popolazione, soprattutto gli immigrati, che vivono ai margini, abbandonati a se stessi. La totale assenza di una visione sociale, l’incapacità di dare risposte concrete a chi ha meno diritti, ha generato un vuoto che si riempie di disperazione e sussistenza. Interventi sporadici, azioni frammentarie, iniziative spot: tutto troppo poco di fronte a una povertà crescente e diffusa. Anche su questo fronte l’amministrazione ha mostrato tutta la sua debolezza strutturale e politica.

Dieci anni di governo senza visione

Sabato 14 giugno segnerà esattamente dieci anni dall’insediamento del sindaco Ferraioli. Dieci anni in cui lo stabile di piazza Crocifisso, simbolo del potere amministrativo cittadino, è diventato una imbarazzante sede dell’immobilismo. Nessuna progettualità di ampio respiro, nessuna trasformazione reale. Solo ordinaria amministrazione delle minuzie, spesso nemmeno quella. Il tempo ha cristallizzato una macchina comunale ingolfata, incapace di rispondere alle sfide del presente e ancora meno a quelle del futuro.

Un sistema chiuso e distante dai cittadini

L’amministrazione non ha solo peccato di incompetenza, ma anche di distacco. Troppa distanza dalla vita reale, troppe porte chiuse, troppa autoreferenzialità. Nessuna empatia, nessun ascolto. I cittadini hanno visto svanire ogni possibilità di dialogo con chi governa, mentre la città veniva lasciata andare. Una situazione che non può essere attribuita solo al sindaco, ma anche a chi lo ha sostenuto in maniera acritica e continua a vantare un bacino elettorale rilevante, aggrappandosi ai privilegi del consenso organizzato e del familismo.

Un appello alle forze sane della città

Ora più che mai è necessario che ci sia un risveglio civico. Le lobby del voto non possono più tenere in ostaggio il futuro della città. Serve un cambiamento vero, guidato da competenze, da senso di appartenenza, da persone che vivono quotidianamente il territorio e che vogliano davvero rimboccarsi le maniche. Non è più tempo di votare di pancia, ma di investire nel futuro con scelte ponderate, lontane dai salotti della politica e vicine alle strade, ai bisogni, ai cittadini.

Marco Pittoni, il compagno che non ci ha mai lasciati

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Luciano Verdoliva
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