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Nocera Inferiore. D’Alessandro accusa De Maio: “Propaganda, non informazione”

D’Alessandro: “Sessantamila euro l’anno per comunicazione istituzionale, ma si favorisce solo la versione ufficiale dei fatti. Una logica da regime”.

L’accusa: comunicazione istituzionale usata per oscurare il dissenso

A Nocera Inferiore, il consigliere comunale di opposizione Giovanni D’Alessandro torna a sollevare un caso che, secondo lui, sta minando le fondamenta del confronto democratico in città: l’uso dei fondi pubblici per la comunicazione istituzionale da parte dell’Amministrazione di Paolo De Maio. Il punto, secondo D’Alessandro, non è solo economico ma soprattutto politico e culturale: “Sono ormai anni che denuncio in Consiglio comunale, non solo nel momento dell’approvazione del bilancio, che l’Amministrazione De Maio ha raddoppiato i fondi pubblici per la propaganda istituzionale (circa 60 mila euro di danaro pubblico l’anno, tolti ai servizi per i cittadini).”

“Pagati anche per tacere le voci scomode”

Il consigliere affonda il colpo sulla gestione del flusso informativo in città: “Il che mi appare un paradosso, pagando anche una addetta stampa, che si è occupata fino a poco tempo fa, prima delle dimissioni, di predisporre e divulgare comunicati stampa ufficiali. La verità è che non è bastata la preparazione di comunicati stampa a questa Amministrazione, perché ha puntato al sistematico oscuramento delle voci di dissenso. Insomma, non ci si è limitati a diffondere notizie ufficiali ma si è fatto in modo che circolassero solo “quelle” notizie, con metodo da regime totalitario.”

Pluralismo negato, come in un sistema chiuso

Secondo D’Alessandro, a Nocera è stato costruito un modello di comunicazione che nega l’essenza stessa del pluralismo informativo: “Si è fatto tesoro, ma al contrario, di quelle riflessioni di tradizione liberale che hanno messo, ormai da qualche secolo, in guardia dalla tirannia della maggioranza perpetrata attraverso il condizionamento dei media. Anziché consentire una libera informazione in modo che il popolo possa formarsi una veritiera e consapevole opinione, si è pagato per evitare il pluralismo dell’informazione sui giornali e sull’unica televisione locale. Per cui le voci di dissenso qua e là trovano diffusione solo occasionalmente, magari perché sono state oggetto di buona considerazione sui social, e non si può proprio fare a meno di ignorarle.”

Il problema segnalato anche alla Prefettura

L’opposizione, prosegue D’Alessandro, non riesce a trovare spazi adeguati nemmeno sulle testate locali che ricevono fondi comunali: “Tutte le testate che ricevono contributi comunali raramente, se non mai, divulgano comunicati stampa miei, giacché in opposizione alla versione ufficiale dei fatti. La cosa è stata segnalata anche alla Prefettura di Salerno, ma tutto continua come al solito. Evidentemente la Prefettura è impegnata in altre questioni ritenute più importanti.”

“Mai così tanta censura a Nocera”

D’Alessandro non si sottrae neanche all’autocritica, ma precisa:
“E allora è vero – come dice Carlo Meoli – che taluno che oggi critica come me, caduto anch’egli nella rete dell’oblio giornalistico, in passato è stato un fautore di questo stesso sistema di potere. Ma mai come con questa Amministrazione si è arrivati alla sistematica negazione di accesso ai media per le voci in dissenso. È come se per ogni contributo pubblico ricevuto dalla testata locale di turno, vi fosse una clausola implicita: da adesso, pagati con danaro pubblico, si smetta di dare spazio a chi si oppone all’Amministrazione.”

La conclusione: “Per fortuna che esistono i social”

Il commento di D’Alessandro si chiude con una constatazione amara, ma anche con un appello implicito alla resistenza informativa, che è ben differente da quella comunicativa: “E allora, che dire? Per fortuna che esistono i social!”

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