spot_img
spot_img

Leggi anche

Altro ancora

A Castellammare e Pompei il florovivaismo racconta l’identità della terra vesuviana

Il terzo congresso nazionale del fiore celebra una tradizione che unisce cultura, paesaggio e devozione

Il terzo congresso nazionale del fiore celebra una tradizione che unisce cultura, paesaggio e devozione

Un congresso tra due città simbolo della tradizione floricola

È in programma dal 27 al 29 novembre tra Pompei e Castellammare di Stabia il terzo congresso nazionale del fiore, appuntamento promosso da Coldiretti che riunisce esperti, produttori e studiosi del settore. Un’iniziativa definita «un’occasione unica per condividere conoscenze, innovazioni e visioni future sulla floricoltura italiana», capace di mettere in luce primati e specificità di un comparto in cui la Campania rappresenta un’eccellenza riconosciuta.

Un territorio dove il fiore è cultura, rito e identità collettiva

La costa vesuviana, l’agro nocerino sarnese e la Piana del Sele costituiscono da decenni uno dei poli florovivaistici più vitali del Paese. Qui il fiore non è soltanto una produzione agricola, ma un tratto culturale profondo, quasi una grammatica simbolica che accompagna ogni momento della vita sociale: feste di paese, percorsi devozionali, rituali familiari, celebrazioni civili.

In queste realtà il fiore diventa gesto, linguaggio, segno di appartenenza. È ornamento, dono, promessa, memoria. Un elemento che intreccia storia, spiritualità e quotidianità, capace di trasformare i paesaggi agricoli in una sorta di tessuto narrativo della terra vesuviana.

Primati produttivi e saperi antichi

Grazie alla qualità delle coltivazioni e al patrimonio di conoscenze agro-tecniche tramandate tra generazioni, la Campania si colloca oggi al terzo posto in Italia nel comparto floricolo e al primo per la produzione di fiori recisi. Un risultato che riflette la capacità dei floricoltori locali di armonizzare tradizione e innovazione, sperimentazione e cura artigianale.

Una riflessione sulle sfide e sui significati

«Il congresso nazionale del fiore — sottolinea Coldiretti — sarà un’occasione per discutere le sfide e le opportunità di un settore fondamentale per l’agricoltura italiana». Al centro del dibattito non soltanto le prospettive economiche, ma anche la valenza culturale e simbolica del fiore, inteso nella sua accezione più pura: espressione di bellezza, rinascita, fragilità e permanenza.

Un linguaggio universale che questa terra conosce da sempre e che continua a custodire come parte viva della propria identità.

Angri, Raiola rilancia il tema del sistema pensionistico italiano (video)

spot_img
spot_img
spot_img
spot_img
spot_imgspot_img
spot_imgspot_img
spot_imgspot_img
spot_imgspot_img

Articoli popolari